I nostri principali servizi

Chi ha progettato tempo fa l’iniziativa “S&P” ha trascorso oltre un ventennio all’interno del sistema creditizio contribuendo a dar vita a primarie banche d’affari che avrebbero dovuto rappresentare l’anello di congiunzione tra banche e imprese . Negli anni novanta ci si aspettava insomma che sarebbero sorte varie Mediobanca che avrebbero cambiato il rapporto economico e finanziario tra i due mondi . Ma così non è stato ,almeno nel nostro Paese , e le funzioni di tali società sono state ridimensionate e assorbite nell’ambito del sistema bancario da appositi reparti.

Management - Financial Consulting - Venture Capital - Marketing


Management

Il “merchant banker “ è così rimasto privo del suo habitat naturale in cui esprimersi con una mentalità operativa ,decisionista e intermedia tra banca (per le sue conoscenze e attitudini finanziarie) e impresa ( per la sua propensione al rischio e a risolvere problemi creando valore aggiunto) . Da qui si è originato l’esodo di tali professionalità in altre attività ed in particolare nel management aziendale . Ma gli alti livelli professionali dei suddetti “merchant banker” ( e quindi il loro costo per le aziende) e la loro tendenza a spaziare su vari argomenti e vari settori li hanno indirizzati ,per trovare la giusta collocazione, o verso grandi aziende con interessi diversificati in Italia e all’estero o sulla libera attività per medio piccole aziende (PMI) per le quali svolgere a tempo un lavoro di ristrutturazione o aiuto allo sviluppo contro compensi anche in termini di partecipazione al capitale di rischio.

Particolarmente interessante ed utile ai fini economici è tale ultima collocazione in base alla quale le medie piccole imprese si possono così trovare avvantaggiate dall’apporto, seppure a tempo, di professionalità di grande esperienza di cui diversamente non potrebbero disporre.

Stiamo parlando di un’attività ben diversa da quella che svolgono i cosiddetti “professionisti d’affari” che architettano i loro interventi troppo spesso sulla carta, come una partita a scacchi , senza calarsi nelle realtà operativa delle aziende assumendo responsabilità e rischi.

Certamente affermati professionisti sarebbero in grado di cimentarsi nel management a tempo ma non potrebbero permettersi il lusso di fermare per molti mesi la propria attività e concentrarsi su un solo problema senza perdere il contatto con i loro tanti clienti (a meno che il caso non sia di risonanza nazionale, il che non è il caso normale delle PMI). L’attività non ammette infatti deroghe a collaboratori.

Per tale motivo affermiamo che l’attività di management a tempo, volta alla creazione di valore aggiunto, non rappresenti solo una nuova opportunità per le PMI e una sofisticata attività bensì una vera e propria evoluzione del merchant banking, nato per creare sinergie tra imprese e risolvere problemi, da svolgere in un’apposita società costituita ad hoc.

Su questa convinzione è nata la Slave & Partners , la cui formula si basa nel riunire attorno ad un tavolo comune, in qualità di soci, managers, imprenditori e professionisti con visione allargata . Una sorta di club in cui le aziende trovano il soddisfacimento al giusto prezzo di tutte le loro diversificate esigenze, senza dover rivolgersi a tanti specialisti, certamente bravi ma spesso scollegati tra di loro.


Financial Consulting - prevenzione anticrisi delle imprese

E’ ormai diventata purtroppo una regola che il sistema bancario si trovi di fronte ad una impresa in crisi. Troppo spesso la richiesta di intervento avviene quando ormai è troppo tardi così che un problema risolvibile diventa irrisolvibile. Alla banca non resta altro che certificare la fine economica dell’iniziativa e passare la pratica al legale, con i risultati che oramai tutti sanno.

Le note difficoltà di grossi gruppi di rilevanza nazionale, assistiti da primarie banche d’affari, ha portato negli anni novanta a decisioni di salvataggio anche di tipo politico. In tanti casi si è così avuta la conversione dei crediti in capitale generando un fenomeno preoccupante per il sistema creditizio, praticamente un’anomala inversione di tendenza dopo che detto sistema aveva ridimensionato le proprie aspirazioni di “merchant banking” all’italiana (partecipazioni al capitale di rischio) sorte negli anni ottanta, senza adeguata preparazione.

Diverso è lo scenario quando si affronta la crisi di piccole e medie imprese (PMI) che richiedono alle banche un consolidamento del debito. In tali casi infatti il sistema bancario si trova quasi sempre di fronte ad un imprenditore cliente, poco o mal assistito, che afferma che il solo problema della sua azienda è di tipo finanziario e, come tale, richiede solo un intervento temporaneo di mezzi freschi.

E’ ormai luogo comune quindi che a dette banche creditrici si presenti il dilemma amletico se intervenire o meno per difendere le proprie esposizioni, rischiando di più pur di salvaguardare i propri interessi. In tali casi la componente tecnica valutativa è impegnativa come quella dei grossi salvataggi, ove però, come detto, intervengono di norma primarie banche d’affari che si muovono in un’ottica allargata.

Sulla base dell'esperienza maturata in tali situazioni, osserviamo quanto segue:

  • L'imprenditore, notoriamente egocentrico, crede, o meglio si illude, che il problema della sua azienda sia solo finanziario e temporaneo, confondendo la febbre, sintomo di una malattia, con la malattia stessa. Se non si va alla radice del problema che ha generato l'illiquidità e non si individua la vera causa e la si rimuove, l'immissione di mezzi freschi è null'altro che un palliativo di breve durata che va a danno di tutti: la crisi non si evita ed il prezzo da pagare, più tempo passa, più è elevato . Quindi una società di consulting non viene di norma chiamata da un’impresa se non quando è troppo tardi;
  • saper prevenire o valutare lo stato di irreversibilità o meno di una crisi e, soprattutto, saperla gestire con capacità decisionali è un lavoro manageriale - imprenditoriale. Pensare di affidare tale compito a consulenti, seppur bravi, che non hanno avuto esperienze dirette da “prima linea” nella direzione d’aziende è sbagliato;
  • chi deve decidere se intervenire o meno è talvolta attrezzato per un lavoro di diagnosi (lo sono gli Istituti a medio termine) ma non è generalmente attrezzato per scendere in campo a livello operativo nella veste di Amministratore Delegato o di consulente di alta direzione aziendale. Volendolo fare, dovrebbe poi distaccare del proprio personale qualificato a tempo pieno nell’azienda in cui vi sono problemi da risolvere;
  • l'imprenditore che ha generato la crisi non è adatto a curare la sua azienda (nessun medico è bravo a curare se stesso) perché non dà sufficienti garanzie di obiettività. Dispone però di un insostituibile patrimonio di dati che è estremamente utile a chi deve operare l’intervento di ristrutturazione.

In definitiva l’impresa affidata entra in crisi quando non è stata adeguatamente monitorata . Per evitare questo si dovrebbe svolgere una responsabile opera di prevenzione, invece di certificare a posteriori la fine economica delle aziende.

Da qui la conclusione che, nel caso di crisi di piccole e medie imprese (PMI), prima che il creditore passi la pratica all’ufficio legale per il recupero del credito, occorrerebbe che si rivolgesse a società specializzate nelle analisi aziendali , opportunamente selezionate.

Un tale servizio è utile non solo per assicurare continuità all’impresa ma anche perché, come si sa, le garanzie reali da escutere, in campo industriale, sono solo un’illusione: l’unica vera garanzia è la sopravvivenza dell’iniziativa ,difesa con un periodico monitoraggio propositivo. Un’industria (anche se spiccatamente caratterizzata sotto il profilo immobiliare, quale ad esempio un albergo) è una realtà dinamica e non statica e vale solo in quanto produce reddito.

La formula sta diventando di moda e certamente provocherà nei prossimi anni una corsa al varo di pretendenti ad occupare uno spazio di mercato che, purtroppo, data la ricorrente crisi del sistema produttivo italiano, è destinato ad aumentare sempre più. Ma i clienti che necessitano di un tale servizio sceglieranno in primo luogo quelle iniziative che potranno vantare un’adeguata esperienza sul campo ed un passato di successi. La conoscenza delle teorie economiche è infatti condizione necessaria ma non certo sufficiente alla riuscita pratica di un’operazione di corretto consulting.

L’attività esposta ha molte somiglianze a quella di prevenzione in campo medico ma una sola importante differenza di fondo : il cliente imprenditore salvato in tempo da una potenziale insorgenza di crisi non è quasi mai riconoscente al suo “salvatore” che si è dimostrato più bravo e lungimirante di lui . E questo anche se alla fine tutti ne traggono vantaggi : la banca ,l’imprenditore ed il sistema economico nazionale che salva posti di lavoro e Know how.

In conclusione: un buon consulting è un’occasione per tutti da non perdere.


Venture Capital

Il venture capital è il capitale investito in iniziative basate su nuove idee , tutte da sperimentare, con alto rischio ma altrettante alte prospettive di reddito.

I venture capitalists sono sempre alla ricerca , in via primaria, di appoggi finanziari e , in via secondaria e complementare alla prima esigenza , di esperienze in grado di ridurre i fattori di rischi dell’iniziativa.

L’apporto di esperienza è per contro il fattore più importante da ricercare dato che chi offre il proprio appoggio finanziario in genere si cautela con garanzie personali (soprattutto in Italia) e inoltre , in caso di successo, lascia ben poco spazio all’ideatore del progetto.

L’apporto di esperienza non è limitato solo al campo manageriale imprenditoriale ma anche alla preparazione del progetto da presentare al finanziatore , imperniato sul “Business Plan” (B.P. ) ove dovranno essere specificati:

  1. l’obiettivo dell’imprenditore e dell’azienda;
  2. l’analisi finanziaria attuale e prospettica ( piano finanziario , conto economico);
  3. il mercato;
  4. le risorse umane.
Il B.P. è il biglietto da visita dell’imprenditore , dell’impresa e del progetto che serve ad avviare la trattativa con l’investitore.

I dati del B.P. sono resi pubblici con l’obbligo della riservatezza che impegna chi li riceve a non diffondere le informazioni ricevute.

Una volta conclusa la trattativa , si firma la lettera d’intenti , reciprocamente impegnativa ma subordinata ad una serie di verifiche denominate Due Diligence ( D.D. ) che rappresenta quell’insieme di accertamenti per verificare l’attendibilità del B.P.

Il positivo esito della D.D. porta alla conclusione della trattativa e alla firma dei contratti , premessa fondamentale per la realizzazione pratica dell’idea.

Da quanto esposto si capisce il ruolo della Slave & Partners ed il tipo di apporto che può dare assistendo il Venture Capitalist non solo nelle scelte organizzative ma anche nella prima importante trattativa d’affari . Un ruolo strategico che, nei casi di progetti interessanti, può anche essere compensato non da denaro ma da una partecipazione gratuita al capitale di rischio.


Marketing

Il marketing , il modo di presentare i propri prodotti sul mercato , è con il tempo divenuto il principale fatture di successo delle aziende , grazie allo sviluppo tecnologico-comunicativo ma , al contempo , deve essere gestito con molta professionalità perché se vengono pubblicizzate qualità non possedute dai prodotti venduti può divenire un pericoloso handicap non solo per il prodotto ma anche a danno della credibilità dell’intera azienda. La forma è importante ma entro i limiti rigorosi della sostanza di quello che si vende soggetta a rigorosi controlli.

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